Tagline: « La paura li ha resi uomini. Il coraggio li ha resi eroi. »
Dopo undici anni di carcere, il ragioniere della mafia, Turi Arcangelo Leofonte, può tornare in libertà. Grazie alle sue confessioni, sono stati arrestati quasi tutti i membri del clan Scalia, ed ora deve essere scortato all'estero per raggiungere una località segreta dove trascorrere la sua vita con una nuova identità. Il vecchio boss siciliano è ormai morto ma suo figlio Rocco vuole vendicare il proprio clan e ottenere i soldi di Leofonte. Il ragioniere nasconde i propri conti attraverso una complicata password che però viene compresa facilmente dal suo nipotino Stefano, sofferente di una lieve forma di autismo ma capace di comprendere complessi giochi matematici; Leofonte dunque affida al nipote la chiave per aprire gli enormi archivi bancari; purtroppo però durante un agguato organizzato da Rocco Scalia alle Terme di Montecatini il piccolo viene rapito, la madre Chiara ferita gravemente e alcuni agenti uccisi. Il piccolo Stefano vine portato in Sicilia, nelle campagne un tempo appartenute al temibile Salvatore Scalia, e a controllarlo ci sono Rosaria, giovane donna fanatica e fedele servitrice del clan e il suo giovane figlio, il quale possiede una pistola e attende l'ordine del boss per compiere il suo primo omicidio ed entrare così nella famiglia. Una parte della squadra di polizia che portò Leofonte a Milano per testimoniare si ricompone, si tratta dei due vecchi amici, il Vice Questore Aggiunto Nino Di Venanzio e l'ispettore Superiore Remo Matteotti, a loro si aggiungono dei nuovi componenti e tutti insieme si recano all'inseguimento di scalia e dei suoi uomini, che promette per telefono di liberare il bambino in cambio della consegna del ragioniere Leofonte; la squadra sbarca a Palermo e qui nel porto lo scambio risulta presto essere un agguato: Scalia non solo ha il bambino, ma riesce anche a prendersi Leofonte. A questo punto il gruppo mafioso si reca con il prigioniero a casa di Rosaria, in campagna, dove ci sono anche gli altri due ragazzini; Leofonte finge di inserire la password nei conti sul computer in cambio del nipotino, ma anche questa volta Rocco Scalia non rispetta gli accordi e ordina all'altro ragazzino di ucciderlo; ma il figlio di Rosaria e Stefano sono ormai amici e il primo non ha il coraggio di sparare; furioso, Scalia se la prende con Rosaria e le spara in testa; intervengono immediatamente Di Venanzio e i suoi che avevano seguito e inizia una terribile sparatoria in cui perdono la vita Scalia, i suoi uomini e Leofonte, che prima di morire affida la password a Stefano. La mamma di Stefano è salva e Nino viene finalmente accettato dal piccolo come un padre.
Dopo undici anni di carcere, il ragioniere della mafia, Turi Arcangelo Leofonte, può tornare in libertà. Grazie alle sue confessioni, sono stati arrestati quasi tutti i membri del clan Scalia, ed ora deve essere scortato all'estero per raggiungere una località segreta dove trascorrere la sua vita con una nuova identità. Il vecchio boss siciliano è ormai morto ma suo figlio Rocco vuole vendicare il proprio clan e ottenere i soldi di Leofonte. Il ragioniere nasconde i propri conti attraverso una complicata password che però viene compresa facilmente dal suo nipotino Stefano, sofferente di una lieve forma di autismo ma capace di comprendere complessi giochi matematici; Leofonte dunque affida al nipote la chiave per aprire gli enormi archivi bancari; purtroppo però durante un agguato organizzato da Rocco Scalia alle Terme di Montecatini il piccolo viene rapito, la madre Chiara ferita gravemente e alcuni agenti uccisi. Il piccolo Stefano vine portato in Sicilia, nelle campagne un tempo appartenute al temibile Salvatore Scalia, e a controllarlo ci sono Rosaria, giovane donna fanatica e fedele servitrice del clan e il suo giovane figlio, il quale possiede una pistola e attende l'ordine del boss per compiere il suo primo omicidio ed entrare così nella famiglia. Una parte della squadra di polizia che portò Leofonte a Milano per testimoniare si ricompone, si tratta dei due vecchi amici, il Vice Questore Aggiunto Nino Di Venanzio e l'ispettore Superiore Remo Matteotti, a loro si aggiungono dei nuovi componenti e tutti insieme si recano all'inseguimento di scalia e dei suoi uomini, che promette per telefono di liberare il bambino in cambio della consegna del ragioniere Leofonte; la squadra sbarca a Palermo e qui nel porto lo scambio risulta presto essere un agguato: Scalia non solo ha il bambino, ma riesce anche a prendersi Leofonte. A questo punto il gruppo mafioso si reca con il prigioniero a casa di Rosaria, in campagna, dove ci sono anche gli altri due ragazzini; Leofonte finge di inserire la password nei conti sul computer in cambio del nipotino, ma anche questa volta Rocco Scalia non rispetta gli accordi e ordina all'altro ragazzino di ucciderlo; ma il figlio di Rosaria e Stefano sono ormai amici e il primo non ha il coraggio di sparare; furioso, Scalia se la prende con Rosaria e le spara in testa; intervengono immediatamente Di Venanzio e i suoi che avevano seguito e inizia una terribile sparatoria in cui perdono la vita Scalia, i suoi uomini e Leofonte, che prima di morire affida la password a Stefano. La mamma di Stefano è salva e Nino viene finalmente accettato dal piccolo come un padre.
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