Condividi il sito sul Social Network "Facebook"...

Fan Page "Download Film (GRATIS)" su Facebook:

mercoledì 12 ottobre 2011

Mery Per Sempre (1989)

Trama
Palermo. Il professor Marco Terzi (Michele Placido) appena trasferito da Milano, accetta il poco ambito incarico al carcere minorile Rosaspina. Il primo impatto con gli allievi è particolarmente duro perché i ragazzi vedono il lui un'espressione del potere.
Ognuno ha dietro di sé una storia amara: Natale (Francesco Benigno) è il più grande, condannato per l'omicidio dei killer del padre e incattivito contro tutti. Ci sono poi Antonio, Matteo, Giovanni (detto "King Kong"), Claudio, che è appena entrato ed è stato duramente picchiato dai poliziotti, Pietro, arrestato dopo un lungo inseguimento nella Vucciria, e Mery (Alessandra Di Sanzo), un travestito che si innamora di lui. Poco alla volta, il professore riesce a conquistare tutti i ragazzi - sia sul piano didattico che umano - diventando loro amico anche al di fuori delle ore di lezione, cosa che gli aliena però le simpatie del direttore, che lo accusa di interessarsi di cose che non li competono. Due episodi sconvolgono l'equilibrio creatosi: la fuga di Pietro (Claudio Amendola) e il trasferimento di Claudio (Maurizio Prollo) in un altro istituto dopo uno scontro con Carmelo che lo vorrebbe possedere. Pietro si rifugia a casa di Terzi, ma il giorno dopo viene ucciso durante una rapina. Prima di morire, Terzi gli parla. Sconvolto, riconquista i ragazzi che lo credevano colpevole dell'atmosfera repressiva creatasi nel carcere. Così, quando arriva la sua lettera di trasferimento ad un liceo, la straccia. Il suo posto è lì.
Il film ha avuto anche un seguito in Ragazzi Fuori del 1990.

Traccia Tematica
Il carcere minorile è un'istituzione assolutamente inadeguata a realizzare la finalità del recupero dei reclusi che ospita, anzi, la brutalità delle guardie, l'assurdità dei regolamenti e il sostanziale disinteresse del paternalistico direttore non fanno che rinforzare nei giovani detenuti quella cultura della violenza e dell'omertà nella quale sono cresciuti. La stessa immagine che il film propone della degradata società esterna offre una spiegazione dell'ineluttabilità del destino di devianza di questi infelici (se escono dalla prigione è quasi sempre per tornarci). Prigionieri di un arcaico codice d'onore, che si collega al modello mafioso, ignoranti, se non addirittura analfabeti, esprimono sfiducia nello stato e nelle autorità, diventando essi stessi complici della spirale che li travolge.
Il professor Terzi incarna la coscienza democratica e la passione civile che ha ancora la forza di indignarsi e di reagire. Non è con la trasmissione delle conoscenze che riesce a far breccia nel compatto muro del rifiuto, ma comunicando ai ragazzi la sua sincera solidarietà e la sua umana partecipazione nei loro confronti. Terzi ne conquista la fiducia perché essi comprendono che nel professore hanno trovato l'unico riferimento positivo in grado di comprenderli e di aiutarli. Probabilmente non si convertiranno alle regole della legalità e rimarranno vittime della subcultura delinquenziale che domina nel carcere ma forse l'albero che chiude il film potrà dare qualche frutto.

Nessun commento:

Posta un commento